Laboratorio di Argilla
Perchè modellare l'argilla?
Bisogna provare per trovare il proprio perché.
Bisogna provare per trovare il proprio perché.
Toccare, plasmare, trasformare, incidere e sperimentare la concretizzazione di un’idea in un manufatto (passando attraverso tutto il processo, dalla progettazione, manipolazione, cottura e smaltatura) superando le inevitabili difficoltà passando dall’astratto al concreto ci porta in un processo e il risultato non sarà praticamente mai come lo avevamo immaginato all’inizio!
intoppi, piccoli incidenti, delusioni, ma anche meraviglia perché alla fine il risultato supera le nostre iniziali aspettative. Bisogna provare per comprendere cosa succede nel processo. I bambini lo sanno, ma non diciamoglielo e lasciamo che lo scoprano da loro stessi poco a poco.
Come materiale ha avuto sempre un ruolo molto importante nelle attività creative di tutti i popoli e il perché andrebbe ricercato nelle qualità insite nell’argilla: ha un suo carattere. Anche quando cede sotto le nostre mani non rinuncia a sé, riesce ad incassare anche la manipolazione “brutale”, si lascia comprimere fino al limite, ma se lo passiamo la forma si spezza. Dobbiamo comprendere quando fermarci e imparare ad esercitare e applicare la giusta tensione nel tocco. In Cina c’era l’usanza che il nonno iniziava a preparare l’argilla che poi il nipote avrebbe lavorato perché serve una grande pazienza per lavorarla e portarla alla giusta consistenza rendendola malleabile. |
Certo sappiamo anche del legame esistente tra la manualità, nelle sue esperienze più sane come il modellaggio, e lo sviluppo delle capacità cognitive del bambino. Permette di fare molte esperienze sensoriali che possono amplificare la sua capacità percettiva, tattile.
Sostiene l’autostima e l’autonomia coltivando la fiducia nelle proprie mani diventando quindi co-creatore del mondo e non soggetto passivo che lo subisce.
Molto utile per accompagnare il bambino che necessita una maturazione del senso del tatto e quindi per sentire e rafforzare la relazione con il corpo, la sua forma, i confini. Contribuisce a mitigare quel sentirsi “fragile e trasparente” riducendo paure o angosce collegate a ciò: Winnicot parla delle “angosce impensabili” che sono di difficile comunicazione per il bambino.
Se il senso del tatto si fortifica anche gli altri sensi ne traggono beneficio perché sono tutti attivati: la mano deve continuamente tastare le superfici e le rotondità, contorni e spigoli e muovendole, con il senso del movimento attivato, prendiamo nota di tutto ciò. Anche il senso di equilibrio si attiva perché è un continuo soppesare le forme per ottenere un’armonia in una simmetria però non schematica. Quando un’opera plastica ci procura, guardandola, un senso di sicurezza e di sottile felicità interiore, avrà interiorizzato e integrato ogni aspetto creando un tutto che riflette armonico benessere.
Si manifesterà allora un’ organicità dell’opera creata e anche il senso del benessere ne trarrà beneficio, ovvero quel benefico rilassamento che va a nutrire il sistema nervoso.
Sostiene l’autostima e l’autonomia coltivando la fiducia nelle proprie mani diventando quindi co-creatore del mondo e non soggetto passivo che lo subisce.
Molto utile per accompagnare il bambino che necessita una maturazione del senso del tatto e quindi per sentire e rafforzare la relazione con il corpo, la sua forma, i confini. Contribuisce a mitigare quel sentirsi “fragile e trasparente” riducendo paure o angosce collegate a ciò: Winnicot parla delle “angosce impensabili” che sono di difficile comunicazione per il bambino.
Se il senso del tatto si fortifica anche gli altri sensi ne traggono beneficio perché sono tutti attivati: la mano deve continuamente tastare le superfici e le rotondità, contorni e spigoli e muovendole, con il senso del movimento attivato, prendiamo nota di tutto ciò. Anche il senso di equilibrio si attiva perché è un continuo soppesare le forme per ottenere un’armonia in una simmetria però non schematica. Quando un’opera plastica ci procura, guardandola, un senso di sicurezza e di sottile felicità interiore, avrà interiorizzato e integrato ogni aspetto creando un tutto che riflette armonico benessere.
Si manifesterà allora un’ organicità dell’opera creata e anche il senso del benessere ne trarrà beneficio, ovvero quel benefico rilassamento che va a nutrire il sistema nervoso.
Indicato per tutti i bambini!
Aspettiamoci molti effetti collaterali: calma, rilassatezza, aumento dell'autostima, maggiore concentrazione, sensibilizzazione al Bello, miglioramento della coordinazione oculo/manuale e motricità fine, risveglio del piacere insito nella manipolazione. Gioia nel creare!
L’elemento artistico, sostenuto da un pensiero pedagogico vitale, è un valido supporto nell’accompagnare la maturazione dei sensi e la loro capacità d’azione eliminando la sensazione di fallire e invece " “trasmettere la fiducia nella forza formatrice delle loro mani”
L’elemento artistico, sostenuto da un pensiero pedagogico vitale, è un valido supporto nell’accompagnare la maturazione dei sensi e la loro capacità d’azione eliminando la sensazione di fallire e invece " “trasmettere la fiducia nella forza formatrice delle loro mani”
cit. H. Kohler “Bambini difficili, paurosi, tristi ed irrequieti”
A chi sono rivolti i laboratori?
A tutti i bambini dai 4 anni d’età.
I laboratori possono essere di pittura ad acquerello, argilla, disegno dinamico e di forme, a carboncino. Si compongono al massimo di 4 bambini, omogenei per età.
I laboratori possono essere di pittura ad acquerello, argilla, disegno dinamico e di forme, a carboncino. Si compongono al massimo di 4 bambini, omogenei per età.
Quando iniziano?
Iniziano nel mese di ottobre, un giorno a settimana da concordare oppure due sabti al mese. La durata è di un’ora e mezza.
Maggiori informazioni alla pagina laboratori.
Maggiori informazioni alla pagina laboratori.
Dove si svolgono?
Si svolgono nello spazio dell’Officina dei Talenti, Via M. Polo 24 a Trieste.
I materiali sono inclusi. Servono un paio di calzini per stare senza scarpe.
I materiali sono inclusi. Servono un paio di calzini per stare senza scarpe.