Che significato dare allo scarabocchio?
"Gli scarabocchi sono lettere che i bambini scrivono a sé stessi, sono autocomprensione…”
W. Grozinger
Gli scarabocchi sono spesso considerati segni privi di senso, solitamente non apprezzati per una loro valenza grafica, magari vissuti come appartenenti ad una fase di vita da superare in fretta per arrivare a un segno che parla in una forma che noi adulti capiamo, segni da guidare o voler interpretare oppure lettere che i bambini scrivono a sé stessi.
Inizialmente caotico lo scarabocchio è un segno che poi si trasformerà in scrittura e disegno. Ogni bambino avrà la possibilità, se lasciato libero di sperimentarlo e non costretto a stereotipi, di manifestare un suo stile e vivere questo “tracciare linee” come un gioco per il puro piacere di farlo e, come diceva P. Klee “prendere una linea per passeggiare” (1959).
Sono certamente di interesse i vari studi fatti sugli stadi di sviluppo degli scarabocchi e sulle possibili interpretazioni degli stati emotivi espressi, ma qui vorrei soffermarmi sia sulla possibilità di sensibilizzare i nostri occhi alla bellezza particolare di questa fase iniziando così a guardare questi segni in modo nuovo che su come degli artisti si sono dedicati alla ricerca del segno riconoscendo in esso un certo tipo di forza.
Inizialmente caotico lo scarabocchio è un segno che poi si trasformerà in scrittura e disegno. Ogni bambino avrà la possibilità, se lasciato libero di sperimentarlo e non costretto a stereotipi, di manifestare un suo stile e vivere questo “tracciare linee” come un gioco per il puro piacere di farlo e, come diceva P. Klee “prendere una linea per passeggiare” (1959).
Sono certamente di interesse i vari studi fatti sugli stadi di sviluppo degli scarabocchi e sulle possibili interpretazioni degli stati emotivi espressi, ma qui vorrei soffermarmi sia sulla possibilità di sensibilizzare i nostri occhi alla bellezza particolare di questa fase iniziando così a guardare questi segni in modo nuovo che su come degli artisti si sono dedicati alla ricerca del segno riconoscendo in esso un certo tipo di forza.
Come si trasforma lo scarabocchio in lettere, scrittura e disegno?
Un lattante inizia ad emettere suoni che possono essere definiti come delle tracce sonore, il bambino scopre poi nel tempo che può lasciare anche delle tracce visibili con degli oggetti. Con essi incide e modifica la realtà e si manifesta nel mondo.
Inizialmente il controllo motorio è in via di sviluppo e i primi segni saranno sfregamenti o buchi a seguito di colpi energici sul foglio. C’è una superficie capace di registrare un gesto che nasce come conseguenza di un movimento realizzato dal bambino.
Vive il movimento con tutto il corpo, lo raccoglie e lo porta, come in una sorta di condensazione, all’esterno, visibile. Vive fuori sul foglio quanto ha vissuto dentro nel corpo.
Inizialmente sono movimenti caotici, ampi, a scatto e poi fluidi che richiedono un tempo per potersi ”restringere” in quelle che diventeranno lettere, scrittura, e disegno.
Osserveremo vortici, gomitoli di linee, dove si colgono i processi vitali, la loro fluidità, mentre nell’incrocio leggiamo processi di indurimento, di condensazione. Nel corpo troviamo entrambi e i suoi segni ci parlano di dove è attivo il processo di maturazione e di come oscilla da un aspetto all’altro.
Sono curve e sono linee. Le lettere non sono poi fatte da curve e linee?
Keplero indica l'origine cosmico/celeste di questi 2 movimenti, in questi ritmi vede la scrittura divina, il principio originario che crea la forma.
Inizialmente il controllo motorio è in via di sviluppo e i primi segni saranno sfregamenti o buchi a seguito di colpi energici sul foglio. C’è una superficie capace di registrare un gesto che nasce come conseguenza di un movimento realizzato dal bambino.
Vive il movimento con tutto il corpo, lo raccoglie e lo porta, come in una sorta di condensazione, all’esterno, visibile. Vive fuori sul foglio quanto ha vissuto dentro nel corpo.
Inizialmente sono movimenti caotici, ampi, a scatto e poi fluidi che richiedono un tempo per potersi ”restringere” in quelle che diventeranno lettere, scrittura, e disegno.
Osserveremo vortici, gomitoli di linee, dove si colgono i processi vitali, la loro fluidità, mentre nell’incrocio leggiamo processi di indurimento, di condensazione. Nel corpo troviamo entrambi e i suoi segni ci parlano di dove è attivo il processo di maturazione e di come oscilla da un aspetto all’altro.
Sono curve e sono linee. Le lettere non sono poi fatte da curve e linee?
Keplero indica l'origine cosmico/celeste di questi 2 movimenti, in questi ritmi vede la scrittura divina, il principio originario che crea la forma.
Alle origini del suo disegno ineffabile, Dio ha scelto la retta e la curva per inscrivere nel mondo la divinità del creatore... è così che colui che è solo saggezza ha concepito il mondo delle forme nel quale tutto l'essere è contenuto nel contrasto delle linee rette e delle linee curve. " J. Keplero – Harmonices mundi - 1619 |
Se in questa prima fase della vita le linee e le curve sono esperienza spontanea ed hanno il senso che abbiamo detto, negli anni della scuola possono ancora essere esercitate con il disegno di forme e dinamico.
Questo sarebbe un percorso artistico da sostenere, non solo per la maturazione dei 4 sensi di base (tatto, benessere, movimento e equilibrio) entrando nel secondo settennio dove l’approccio richiede modalità diverse dal primo, ma anche per sensibilizzare al bello e mantenere o coltivare la plasticità dei gesti. Aspetto ulteriore molto importante da evidenziare è che l’arte di disegnare forme ci permette di esercitare l’ordine interiore e portare calma, ma allo stesso tempo stimolare.
Troviamo così l’equilibrio e l’armonia tra ciò che può irrigidire e ciò che può condurre al caos.
Questo sarebbe un percorso artistico da sostenere, non solo per la maturazione dei 4 sensi di base (tatto, benessere, movimento e equilibrio) entrando nel secondo settennio dove l’approccio richiede modalità diverse dal primo, ma anche per sensibilizzare al bello e mantenere o coltivare la plasticità dei gesti. Aspetto ulteriore molto importante da evidenziare è che l’arte di disegnare forme ci permette di esercitare l’ordine interiore e portare calma, ma allo stesso tempo stimolare.
Troviamo così l’equilibrio e l’armonia tra ciò che può irrigidire e ciò che può condurre al caos.
Come sostenere questo sano processo di maturazione?
Lasciamo il bambino libero di esercitarsi in ciò che per lui è gioco e piacere.
• Rinunciamo a fare domande per chiarirci che cosa i segni tracciati rappresentino, quando realizza uno scarabocchio sta mostrando una parte di sé.
• Non interveniamo e non o correggiamolo, magari evidenziando delle linee con un colore in contrasto per far emergere una forma che a noi appare.
• Non ricopriamo il frigorifero con questi suoi disegni che ci evidenziano i suoi processi di maturazione corporea! Sono segni che, non appena l’impulso di tracciarli si esaurisce, per il bambino non hanno più alcun interesse. Prendiamo invece una bella scatola e salviamoli lì, mettiamoci la data, e in seguito guardarli sarà motivo di gioia e stupore.
• Immergiamoci invece nell’incanto di questo processo che porta alla forma, misterioso per certi aspetti, ma troppo spesso dato per scontato. Il piacere del gesto, l’armonia e la concentrazione che vive il bambino mentre produce ci fanno sentire come questo svolgersi abbia importanza per lui.
• Non interveniamo e non o correggiamolo, magari evidenziando delle linee con un colore in contrasto per far emergere una forma che a noi appare.
• Non ricopriamo il frigorifero con questi suoi disegni che ci evidenziano i suoi processi di maturazione corporea! Sono segni che, non appena l’impulso di tracciarli si esaurisce, per il bambino non hanno più alcun interesse. Prendiamo invece una bella scatola e salviamoli lì, mettiamoci la data, e in seguito guardarli sarà motivo di gioia e stupore.
• Immergiamoci invece nell’incanto di questo processo che porta alla forma, misterioso per certi aspetti, ma troppo spesso dato per scontato. Il piacere del gesto, l’armonia e la concentrazione che vive il bambino mentre produce ci fanno sentire come questo svolgersi abbia importanza per lui.
Alcuni bambini invece rifuggono il segno grafico, per motivi diversi, e non trovano gioia in esso. A volte le cose si risolvono da sole, ma possono anche essere un segnale che, assieme ad altri indicatori, ci guida a valutare la possibilità di accompagnare il percorso. Sarà diverso per ognuno di loro e non può contemplare strategie o interventi “ricetta”.
Possiamo però creare un piccolo spazio nella sua stanza, magari assieme al bambino, dove mettere fogli e pastelli e poi lasciare che lo viva nei suoi tempi e senza richieste.
Possiamo però creare un piccolo spazio nella sua stanza, magari assieme al bambino, dove mettere fogli e pastelli e poi lasciare che lo viva nei suoi tempi e senza richieste.
Chi sono i pittori del segno?
A partire dall’immediato dopoguerra, a Parigi come a Tokio, a New York come a Roma, si evidenziò un genere di pittura basato soprattutto sulla velocità dell’esecuzione e sull’impiego prevalente di elementi grafici diversi e non sulla stesura di ampie superfici colorate. Sono gli artisti del segno.
Sono artisti che si sono dedicati alla ricerca del segno riconoscendo in esso una forza. Citiamone alcuni:
Sono artisti che si sono dedicati alla ricerca del segno riconoscendo in esso una forza. Citiamone alcuni:
Rivolgendo a loro uno sguardo restiamo colpiti per delle assonanze con alcuni “scarabocchi”.
Di Capogrossi il figlio Guglielmo dice che “avvertiva la necessità di esprimere uno spazio interiore. Cioè per lui il segno era il modo di esprimere una tensione, un modo di avvertire la realtà pur senza rifarsi ad essa con rimandi concreti”. Per Capogrossi lo spazio non era solo quello della natura, della realtà: esiste in noi uno spazio impossibile da esprimere con elementi che possano riferirsi alla sfera del percettibile, dove albergano tensioni, emozioni inquietudini, equilibri.
Carmine Benincasa su Barthes “…il segno non tollera di essere pensato, di essere goduto come visione, ma solo di rinviare al movimento che lo ha generato, alla tensione che lo ha gestito, al contesto da cui è esploso”.
Di Capogrossi il figlio Guglielmo dice che “avvertiva la necessità di esprimere uno spazio interiore. Cioè per lui il segno era il modo di esprimere una tensione, un modo di avvertire la realtà pur senza rifarsi ad essa con rimandi concreti”. Per Capogrossi lo spazio non era solo quello della natura, della realtà: esiste in noi uno spazio impossibile da esprimere con elementi che possano riferirsi alla sfera del percettibile, dove albergano tensioni, emozioni inquietudini, equilibri.
Carmine Benincasa su Barthes “…il segno non tollera di essere pensato, di essere goduto come visione, ma solo di rinviare al movimento che lo ha generato, alla tensione che lo ha gestito, al contesto da cui è esploso”.
Cerchiamo il loro stile unico e irripetibile!
Se tutto questo ci porta a comprendere e guardare i segni dei bambini in una modalità che non ricerca forzatamente interpretazioni, ma si limita ad accompagnarli in un ascolto silenzioso e partecipe della formazione del loro essere perché abbiamo in noi nuove consapevolezze, allora permetteremo a questi bambini di perseguire il loro stile unico e irripetibile e che in seguito diventerà la loro forza di vivere la vita.
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