Parla a chi lo attraversa e trasmette l'intento con il quale è stato concepito e realizzato. È un modo, non verbale, di trasmettere la nostra identità.
Un bambino che entra in uno spazio realizzato per accoglierlo potrà sentire che è "buono" se coerente al progetto, cioè il messaggio passa senza parlare. Entra e immagina, perché nessuno glielo dice, che lì in quella piccola nicchia dietro una tenda, con tanti cuscini colorati, può riposare anche solo per 5 minuti prima di iniziare l'incontro. Può sentirsi protetto quel tanto che basta a recuperare la voglia di tornare in relazione con chi abita lo spazio in quel momento.
Dopo una giornata passata in un'aula con molti compagni, sommerso in un rumore costante, luci al neon, attività una di seguito all’altra necessita di decantare.
In un altro angolo si può fare merenda, in un altro ancora si progettano storie e costruzioni stravaganti.
In un altro angolo si può fare merenda, in un altro ancora si progettano storie e costruzioni stravaganti.
Lo spazio quindi influenza il comportamento dei bambini, il loro sistema nervoso autonomo e le risposte emozionali.
Lo spazio è già cura se trasmette sicurezza. Permette al sistema nervoso autonomo di non porsi in uno stato di difesa (attacco – ritiro), ma bensì in una condizione di coinvolgimento e di apertura così da creare le condizioni favorevoli a che il riequilibrio sia sostenuto ed agevolato.
Uno spazio che viene percepito come sicuro è quindi un medium importante affinché degli interventi di riequilibrio siano maggiormente efficaci.
Uno spazio che viene percepito come sicuro è quindi un medium importante affinché degli interventi di riequilibrio siano maggiormente efficaci.
Spazi molto pieni di cose e affollati di persone, rumorosi, con luci forti al neon e colori molto sgargianti, il clima troppo caldo o freddo, privi di angoli di contenimento ecc... emanano stimoli percettivi molto intensi (per alcuni bambini sono troppo, anche se questa valutazione varia da bambino a bambino ovviamente) e potrebbero provocare delle risposte emotive anche molto forti (di ritiro o aggressività), sicuramente diverse da quelle riscontrabili in un adulto che ha ormai costruito una capacità di tenuta. Siamo noi adulti a dover coltivare una sensibilità all'ascolto per calibrare il contesto di lavoro. |
La sicurezza di cui parlo viene rilevata in automatico, cioè senza necessità di una consapevolezza, dal sistema di neurocezione: una saggezza innata del corpo. Esso coglie una serie di elementi confortevoli (suoni naturali, assenza di rumori forti, colori e materiali naturali, angoli di recupero individuali, luci soffuse, odori gradevoli, possibilità del silenzio) che gli permettono di porre il cursore al centro, in equilibrio, non in attacco o difesa. |
Questi elementi di comfort concorrono alla co-regolazione svolta dall’adulto attivo nello spazio assieme al bambino.
Il tuo spazio come influenza i tuoi bambini?
Vorresti creare per loro un ambiente più sicuro ed accogliente?
Che tu sia un genitore o un insegnante con poche accortezze puoi fare molto per migliorare il loro spazio!
Per informazioni e suggerimenti
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